Una nuova dimensione dell’abitare
Alla sua VII edizione – che si terrà dal 30 Settembre al 2 Ottobre 2022 a Nicotera – il Festival dell’Ospitalità si propone di riflettere sulla nuova dimensione dell’abitare alla luce del rapporto tra individuo, genius loci e trasformazione tecnologica.
Come dice Agamben abitare significa “creare, consolidare e intensificare abiti e abitudini, modi di essere e di vivere”.
In una prospettiva turistica la sfida diventa far coesistere questi modi d’essere e di vivere in modo che si sostengano a vicenda nel rispetto dell’ecosistema e dei bisogni di tutti.
L’abitare aumentato – ovvero la dilatazione della nostra percezione delle relazioni che viviamo su più spazi sovrapposti e interconnessi – richiama alla mente la transarchitettura di Novak per il quale lo spazio digitale diventa “un habitat per e dell’immaginazione” e l’esigenza dei nostri corpi di avere luoghi sicuri dove costruire relazioni virtuose.
Se la realtà aumentata – destinata a diventare pervasiva – arricchisce la realtà sensoriale di dati digitali permanenti, l’abitare aumentato diventa la capacità di vivere questi stimoli attraverso buone prassi condivise che siano a favore del buon vivere e non promozione costante di prodotti da consumare.
Così gli spazi liquidi del virtuale si innestano nelle nostre destinazioni ospitali con l’obiettivo di creare una nuova casa che sia viva perché vissuta in modo consapevole e riabilitare i luoghi come spazi funzionali alla vita sociale.

La quantità si converte in qualità
La dimensione onlife in cui siamo ininterrottamente immersi ha intensificato i contatti quotidiani tra individui alterando la percezione tra ciò che è vicino e ciò che è lontano. Tutto è aumentato. Le relazioni, i luoghi, le prospettive.
Ogni giorno ci troviamo a interagire con persone remote da noi e vivere distanti da chi abita con noi i nostri territori.
La vita non si limita più a orientarsi in uno spazio fisico ma transitiamo regolarmente tra ambienti fisici e ambienti digitali nei quali lo spazio scompare e il tempo diventa asincrono.
All’aumentare degli spazi, diminuisce la nostra capacità di incontrare veramente l’altro, all’aumentare delle comunità – sempre più trasversali e liquide – diminuisce la connessione con l’umanità più prossima, perché privi degli strumenti utili a queste nuove relazioni.
Nella società ego-logica in cui viviamo – vittima non del digitale ma di un impoverimento culturale della nostra società – si fa sempre più spazio una visione legata alla ricchezza della vita e alla necessità di creare spazi comuni, di vivere esperienze, di sentirsi vivi in modo autentico. Di essere umani.
In questo processo tutto inizia a rispondere a nuovi criteri di condivisione, armonia e appartenenza.
Tra un ospite che arriva ed un ospite che accoglie, c’è una Via.
Tra l’esperienza di un viaggio e il ricordo, c’è la potenza del Luogo. Tra la partenza e il ritorno – la Destinazione.
Innovazione come rinnovamento della tradizione
Siamo dentro un viaggio aumentato alla continua ricerca di un “sentirsi a casa” spinti dal desiderio di riappropriarci di un’essenza perduta, di valori universali e senza tempo, di tradizioni che raccontano un mondo che sentiamo pulsare nelle nostre vene ma che ci sfugge dalle mani.
La spinta verso il futuro ci riporta nel passato e come in una spirale ci mostra che l’innovazione è il rinnovamento della tradizione, della memoria. Radici e rami fanno parte dello stesso albero. Sono imprescindibili perché insieme hanno uno scopo.
Le comunità residenti accolgono nuovi viaggiatori alla continua ricerca di angoli remoti e autentici in cui abitare. Viaggi alla ricerca di luoghi dell’anima in cui incontrare e esperire l’Altro per ritrovare se stessi.
Un ritmo naturale – segno di una perfetta immanenza e promessa di risonanza – ci ricorda costantemente della vita che si muove dentro e attorno a noi.
Per accogliere un mondo sempre più aumentato é necessario aumentare l’intensità e l’estensione della nostra umanità – le nostre visioni e i nostri valori – per rielaborare il significato delle nostre comunità e l’anima dei luoghi.
Alla continua ricerca delle nostre radici, riprogettiamo nuovi modi di viaggiare ospitando l’Altro.