Turismo lento
In un mondo iperconnesso, che ci impone una reperibilità costante, la sfida sta nel rallentare, ricordarsi di respirare e fermarsi ad ascoltare il silenzio. È questo l’obiettivo del turismo lento, che non riguarda una vera digital detox, ma un modo diverso di fare turismo. Quello lontano dai circuiti di massa, che privilegia i piccolo borghi, che valorizza la montagna e promuove il viaggio slow. Un viaggio lento, più etico.
Ed è questo il tema scelto per questa V edizione del Festival dell’Ospitalità: la lentezza, intesa come valore. Il 2019, infatti, è stato scelto come l’anno del turismo lento. Un tema in linea con quelli degli anni precedenti e che richiama, in particolare, il tema del 2016, dedicato ai cammini. La tendenza, quindi, è quella di promuovere un turismo più responsabile: dei luoghi e della popolazione locale. Un turismo che punta ad una maggiore connessione con la natura.
Delle nuove forme di turismo ispirate alla lentezza ne ha parlato Francesco Biacca qui.
Esempi di turismi lenti
In treno, in barca a vela, a cavallo, a piedi, in bicicletta. Sono tantissimi gli itinerari che rientrano nel turismo lento e che attraversano tutto lo stivale.
È il caso, ad esempio, del Sentiero dell’inglese, un cammino lungo sette giorni nel cuore della Calabria Greca e ispirato al viaggio a piedi che Edward Lear fece nel 1847 nel sud Italia.

E ancora del Cammino di San Francesco di Paola: oltre 100 km di sentieri, lungo gli itinerari percorsi dal santo calabrese. Alla base di questi viaggi c’è l’ospitalità diffusa e il coinvolgimento di associazioni, strutture ricettive e comunità locali, con l’obiettivo di vivere un’esperienza sempre più totalizzante.
“Ho attraversato i continenti per vedere il più alto dei mondi
ho speso una fortuna per navigare sui sette mari
e non avevo avuto il tempo di notare a due passi dalla porta di casa
una goccia di rugiada su un filo d’erba”. (R. Tagore)
Dai cammini a piedi, attraversando i borghi più autentici dell’entroterra italiano, passiamo alla lentezza dei viaggi con mezzi di trasporto meno convenzionali: come ad esempio i viaggi in cargo. Sono circa tremila le persone che ogni anno decidono di salire a bordo di imbarcazioni commerciali e viaggiare per mare. Non ci sono i lussi di una nave da crociera, non ci sono i cellulari a scandire le giornate tra email, stories e scrolling delle timeline. Siete voi e il mare. Un viaggio dentro l’anima, che richiede pazienza e la capacità di ascoltarsi. Per qualcuno è questa la vera felicità.
Il turismo lento è, quindi, un modo per godersi davvero il viaggio e vivere luoghi meno battuti. Luoghi che diventano simboli. Ne è la dimostrazione l’Eroica, che dal 1997 “è un esempio di valorizzazione del patrimonio ambientale, di stile di vita sostenibile e di ciclismo pulito”. L’Eroica nasce come gara ciclistica su bici d’epoca lungo le strade bianche delle colline del Chianti, ma oggi è diventato un vero e proprio movimento lento alla scoperta di alcuni dei borghi più suggestivi della Toscana, oltre che un modo autentico di vivere lo sport: sano, faticoso, genuino. Attorno all’Eroica si sono sviluppati eventi di ogni sorta e un’industria turistica che muove ogni anno, in un periodo di bassa stagione, 7.000 iscritti a numero chiuso e circa 15.000 appassionati di cicloturismo.
Turismo lento, elogio alla lentezza
Se dovessimo descrivere il turismo lento con una poesia, sarebbe sicuramente Itaca di Kavafis. Un viaggio vissuto senza fretta e con la consapevolezza che non è la meta che conta, ma il viaggio stesso.
“Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?”
Da un lato vi è un turista che diventa sempre più viandante e viaggiatore, dall’altro gli operatori che puntano a certificazioni ambientali per le proprie strutture ricettive e alla costruzione di itinerari ed esperienze lente, a contatto con la popolazione locale e connesse con il territorio.
Se vuoi confrontarti con questa tematica e conoscere le nuove forme di turismo lento, ti aspettiamo dal 27 al 29 settembre a Nicotera per la V edizione del Festival dell’Ospitalità.