Il Manifesto è un decalogo di principi e valori che animano le buone pratiche per un turismo più consapevole, sostenibile e partecipativo. Un libretto d’istruzioni che vuole ispirare e guidare verso un’educazione all’ospitalità.

Ospitalità è…

1. UNA VIRTÙ

L’ospitalità è un evento unico e irripetibile tra persone. È  un’esperienza di incontro, di crescita, di scoperta, di cambiamento in cui l’umanità raggiunge il suo punto più alto. È una predisposizione dell’animo, un modo di essere, una pratica quotidiana.

Ospitalità è molto più di un termine che indica un’industria;  molto più di semplice accoglienza poiché si può accogliere anche senza essere ospitali.

Vuol dire aprirsi all’altro, prendersene cura in senso sacro, ovvero sacrificare parte di sé per donarla agli altri. È quindi un valore costruttivo che genera a sua volta altro valore. È una via virtuosa che conduce e apre verso l’altro. Perfetta armonia tra il far ritrovare casa e far percepire la propria diversità e unicità.

2. RECIPROCITÀ

La reciprocità nell’ospitalità è all’origine del doppio significato della parola ospite. Affermava infatti il poeta Jabes: «L’ospitalità ha, di fronte a sé, l’ospitalità», intendendo una relazione binaria nella quale agiscono due attori che hanno lo stesso nome e lo stesso volto, quindi la stessa funzione.

Il valore reciproco nelle relazioni di ospitalità è alla base fondamentale della convivenza pacifica tra popoli. È il fenomeno che unisce le persone di ogni provenienza e cultura, un atto pratico quotidiano di coesistenza tra individui di differente nazione, etnia, credo e sistema di valori.

3. VIAGGIO TRA GLI UOMINI

Viaggio e Ospitalità sono manifestazioni di uno stesso fenomeno, facce d’una stessa medaglia; camminano in parallelo e si invertono. Chi viaggia si apre all’altro che lo accoglie, chi ospita si apre alla diversità che viene incontro.

L’uno non esiste senza l’altro.

Viaggio e Ospitalità sono storie di incontri, opportunità di dialogo e ascolto tra gente che viaggia e gente che ospita, festa di vita, viaggio tra gli uomini. È un viaggio tra culture che si rispettano reciprocamente.

4. IDENTITÀ DI UN LUOGO

Noi siamo il nostro luogo, scrive Teti, siamo i nostri luoghi che siano reali o immaginari, vissuti o inventati. Un luogo è fisico e culturale. Le comunità sono i luoghi culturali. Il luogo  è l’identità culturale della comunità.
Fare ospitalità richiede la riscoperta della propria identità, del proprio posto e per farlo è necessario ripartire dai propri luoghi e dalla loro anima. Le comunità hanno il compito di ri-conoscersi in relazione ai propri luoghi, alle proprie storie, ai propri beni. Una comunità dimostra di avere tanta più identità quanto più riesce ad aprirsi alla diversità e condividerla.

5. UN EVENTO DI TUTTI

L’ospitalità è spesso associata esclusivamente  all’industria del turismo, quando in realta è un evento sociale complessivo che coinvolge tutti e che agisce su più livelli di un’identità collettiva: ospiti, strutture ricettive, aziende di servizi, associazioni, comunità, tutto il territorio con le sue risorse ambientali e artistico-culturali fino ad arrivare a paesi, nazioni e l’intero pianeta. Ogni cellula che compone la collettività è un circuito aperto in scambio permanente con l’ambiente che lo circonda.

È fondamentale comprendere quindi l’interdipendenza del sistema in cui siamo immersi e di cui siamo nello stesso tempo artefici.

6. CREARE VALORE

L’ospitalità è un mezzo attraverso il quale si crea valore tra individui, un valore sociale che comprende un sentimento collettivo, una cultura di una comunità, un capitale simbolico.

Per questa ragione è necessario riscoprire una nuova cultura di turismo incentrato in primis sulle persone, e successivamente sull’industria turistica, che deve essere pronta a condividere con le comunità, soprattutto con le nuove generazioni, momenti di scoperta dei propri luoghi, delle proprie ricchezze e delle proprie storie. Per far si che questo avvenga è importante creare un ambiente culturale, che favorisca confronto, integrazione e crescita.

7. BENESSERE

Il successo va oltre il profitto perché è necessariamente legato alla diffusione del benessere degli ospiti e della comunità stessa. Benessere è fare un’esperienza positiva, creare relazioni significative e autentiche tra i vari attori che compongono lo scenario economico-sociale di un territorio: viaggiatore/comunità, ospite/strutture, aziende/dipendenti, etc.

La qualità di queste relazioni è strettamente collegata con la nostra salute, felicità e realizzazione nel lavoro e nella vita. Il compito è costruire un senso di fiducia e condivisione con gli ospiti/viaggiatori e un senso di appartenenza e partecipazione tra i professionisti e operatori del settore.
Il vero benessere è anche uno scambio globale e armonioso con l‘ambiente e chiunque direttamente e indirettamente deve giovare dell’evento dell’ospitalità.

8. CONSAPEVOLEZZA

È importante mantenere un’attenzione costante verso i propri ospiti, riconoscerne e magari anticiparne le esigenze attraverso l’arte dell’ascolto. Ognuno di noi ha una storia, la consapevolezza aiuta a leggerla.

I territori sono luoghi con un’anima che vanno curati e tutelati nella loro bellezza come ricchezze naturali e artistico-culturali seguendo una via di riqualificazione e riscoperta. Il compito è costruire sempre avendo in mente gli anni a venire.

“Non vogliamo creare luna park del divertimento ma guidare tra le vie nascoste l’ospite all’incontro con quel diverso di cui è alla ricerca.”  (Riva)

L’ospite va rispettato come portatore di una cultura lontana o semplicemente diversa e non considerato soltanto come un cliente da cui ricavare il massimo nel più breve tempo possibile.

Il valore di un territorio si misura in termini di bellezza, ricchezza culturale e unicità.

9. ARTE E TECNICA

La tecnica, le competenze, la conoscenza degli strumenti del proprio mestiere sono aspetti essenziali per offrire un ottimo servizio. L’ospitalità è un equilibrio di arte (incontro irripetibile tra esseri umani) e tecnica (saper fare) che si influenzano e si intrecciano continuamente. Se l’arte supera la tecnica si rischia di offrire approssimazione e invadenza, se la tecnica supera l’arte si rischia di essere freddi e artefatti.  

Oggi infatti è il sopravvento della tecnica che ha fatto sì che il fine non sia più l’uomo e la sua felicità ma il prodotto/servizio e la sua riproduzione, alterando così questo equilibrio. Nel momento in cui il prodotto sostituisce l’arte dell’ospitalità, l’unicità e l’irripetibilità vengono meno.

10. CAMBIAMENTO

L’ospitalità è un agente di cambiamento sociale in quanto prevede un continuo scambio tra l’ordinario/conosciuto (la comunità) e lo straordinario/sconosciuto (il viaggiatore). Da questo incontro ne scaturisce un inevitabile e costante cambiamento che agisce sui diversi livelli di una società – famiglia, quartiere, città, nazione. Accettando la portata di questo evento, viene agevole comprendere che un’azione dal basso impone inevitabilmente un cambiamento anche in alto.

La chiave di ogni cambiamento sono le persone, i cui criteri determinano il loro modo di vivere, di pensare, di comportarsi. Siamo noi l’evento, siamo noi la causa di esso e siamo noi la risposta, quindi ancora noi i costruttori consapevoli di un nuovo futuro. Il cambiamento non avviene sul piano economico, sociale o istituzionale ma su quello culturale, individuale e collettivo.

La sfida è costruire una via dell’ospitalità, un percorso virtuoso che valorizzi e promuova l’incontro tra persone, il rispetto dei luoghi e delle sue comunità.