17 Nov 2021

Lavorando dalla Calabria con il suono del mare

[Ecco il nostro secondo reportage dei laboratori del Festival. Oggi ascoltiamo i Nomadi Digitali e la loro Teoria del cambiamento. Grazie ai focus group tenuti dai Nomadi Digitali siamo risuciti a vedere Nicotera da una prospettiva diversa: attraveso non solo le criticità, ma le risorse da mettere in campo per innovare il territorio e renderlo un luogo accogliente per gli smart worker. All’interno del loro laboratorio ogni partecipante è riuscito a condividere la propria esperienza coniugandola a quella degli altri e gettando le basi per un futuro più a misura di relazioni!]

Il 5 Ottobre siamo partiti per Nicotera, direzione Festival dell’Ospitalità “Road to The Next”
Abbiamo viaggiato da Cuneo, da Pescara e da Roma per vivere come abitanti temporanei di questo piccolo villaggio ospitale sulla costa tirrenica della Calabria.

Dieci giorni per vivere con lentezza, immaginare i futuri dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali e rimanere affascinati dall’ospitalità Calabrese.
Dieci giorni per confrontarci con altri attori del territorio e rispondere a questa domanda:

“È di turismo che abbiamo veramente bisogno?”

Noi, come Associazione, stiamo agendo spinti dal desiderio di vedere un’Italia trasformata in co-creazione con le sue comunità. Un’Italia innovata dal Nord al Sud, che entra nel circuito internazionale con nuovi sistemi e strutture, capace di attrarre talenti e Nomadi Digitali, italiani e internazionali, che possano contribuire allo sviluppo e al rilancio di borghi, dei piccoli comuni e in generale di tutto il territorio italiano.

Cosa vogliamo raccontarvi in questo articolo?

– Ciò che abbiamo co-creato insieme ai partecipanti del workshop collaborativo sulla “Teoria del Cambiamento”(una metodologia specifica applicata per pianificare e valutare quei progetti che promuovano il cambiamento sociale attraverso la partecipazione e il coinvolgimento dei protagonisti defininendo obiettivi a lungo termine e procedendo a ritroso per ricostruire tutta la trama dii legami causali utili per arrivare a quegli obiettivi), dove abbiamo provato ad immaginare un’Italia trasformata;

– Le riflessioni dei partecipanti sulla nostra esperienza a Nicotera come esempio di Destinazione Ospitale.

Un’occasione per iniziare un percorso progettuale dove immaginare nuove destinazioni ospitali per Nomadi Digitali

Uno dei primi cambiamenti che deve accadere sul territorio è la conoscenza e la presa di consapevolezza del fatto che il Nomade Digitale è nuovo target di riferimento. Avere come obiettivo il dialogo e l’incontro con questo nuovo target amplifica le opportunità e di conseguenza riassetta l’intera comunità verso un’apertura nuova e nuovi modelli di ospitalità locali, ma per far realizzare questo cambio di paradigma è necessario partecipare attivamente e innovare creando soluzioni e servizi specifici da offrire.

Ecco perché il nostro contributo a Nicotera è iniziato il sabato pomeriggio con la presentazione di Alberto Mattei sulla figura del Nomade Digitale, un abitante temporaneo che si sposta tra vari territori per periodi più o meno lunghi, un professionista che lavora da remoto e che non si cambia domicilio per vacanza, ma per vivere esperienze significative che arricchiscono la sua vita e contribuiscono allo sviluppo della comunità locale.

In questo contesto internazionale in cui (soprattutto dopo il Covid) il lavoro da remoto si sta normalizzando, la domanda diventa: come facciamo ad attrarre e coinvolgere i professionisti nomadi e curiosi per potenziare e innovare sul territorio italiano, generando un impatto socio-economico positivo sui luoghi e le sue comunità?

Noi immaginiamo che questo nuovo modello di ospitalità sia basato su tre elementi: l’Innovazione Sociale, la Sostenibilità Socio-Economica ed il nuovo target, il Nomade Digitale.

Per costruirli abbiamo chiesto alla comunità (residente) di Nicotera e ai partecipanti (abitanti temporanei) del Festival di aiutarci a progettare la Teoria del Cambiamento, ovvero la strategia da utilizzare per dar vita a queste nuove destinazioni.

Partendo dalla nostra visione abbiamo diviso i partecipanti in tre gruppi e chiesto ad ognuno di iniziare a ragionare sui diversi livelli di cambiamento – nello specifico su tutte le cose che devono essere trasformate affinché si raggiunga l’impatto desiderato – attraverso attività che portino a risultati.
Il cambiamento è sistemico e dipende da molteplici aspetti interdipendenti.

Al Festival dell’Ospitalità abbiamo anche fatto il primo passo come Associazione Italiana Nomadi Digitali per co-creare il futuro che sogniamo per l’Italia e i Nomadi Digitali.

Partiamo da Nicotera? (Ascoltiamo direttamente la voce dei protagonisti)

Nicotera ha tutti gli ingredienti per essere un luogo attrattivo: puoi respirare l’ospitalità del Sud, delle persone che hanno voglia di comunicare sorridere e salutare, profuma di mare e al mattino si vedono ancora i pescatori impegnati sulle loro barche ad organizzare il loro lavoro.
Nicotera rappresenta, a mio parere, una possibilità dove progettare, prototipare e co-creare soluzioni, misurandone l’impatto, grazie agli attori che già lavorano attivamente sul territorio e ne conoscono le esigenze – APS socio-culturale, Progetti Ospitali.
A Nicotera ci siamo sentiti a casa, e come noi siamo sicuri che molti altri lavoratori da remoto potrebbero godere della costa tirrenica e rimanere affascinati dall’ospitalità Calabrese.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a farci sentire così.
Piera

L’esperienza a Nicotera è stata per me un viaggio nelle mie tre dimensioni temporali. Quella del passato, attraverso il contatto con un territorio ancestrale, con le sue tradizioni, il suo mare e la sua natura. Ma soprattutto attraverso le persone che ho rincontrato, quelle che ho conosciuto e le tante storie che ho ascoltato. Un percorso mentale a ritroso che mi ha riportato al presente attraverso lo scambio di parole, esperienze, competenze, visioni e nuovi progetti. Si, nuovi progetti, nuove idee che mi hanno proiettano mentalmente nel futuro, grazie a quello slancio creativo che nasce dal confronto e dallo stare insieme. Un’esigenza sempre meno legata ai bisogni e sempre più ai nostri sogni.

Una destinazione ospitale è tutto questo! Un sentimento sociale collettivo, un patrimonio intangibile che vive nei luoghi, nelle tradizioni, nelle persone che lo abitano e in quelle che lo visitano. Vivere e viaggiare in una destinazione ospitale significa sentirsi nel posto giusto al momento giusto! Sentirsi a casa essendo altrove! E’ questo, a mio modo di vedere, quello che oggi ci permette di ascoltarci e di capire di cosa abbiamo realmente bisogno per stare bene ed essere felici.
Alberto Mattei

Per me una destinazione ospitale è un luogo dove sentirti a casa lontano da casa, dove sei parte della comunità senza bisogno di intermediari. Un luogo che si mostra per quello che è veramente e che ti permette di viverlo appieno, nelle sue bellezze e nelle sue difficoltà. Un luogo dove si instaurano relazioni autentiche, dove sai che in qualunque momento potrai tornare e trovare degli amici.

L’esperienza di Nicotera è stata il mare in burrasca, a ricordare le difficoltà che persone e territori stanno vivendo in questo periodo storico, dove tuffarsi per raccogliere le opportunità che allo stesso tempo ci mette davanti. Condizioni all’apparenza avverse, ma che mi hanno permesso di apprezzare ancora di più i raggi del sole che sbucava qua e là tra le nubi: la vita insieme a persone che non avevo mai visto al di fuori di uno schermo, le nuove relazioni create e l’accoglienza di vecchi amici, che mi hanno fatto sentire tutto il calore dell’ospitalità.
Giovanni Filippi

Una destinazione ospitale è una destinazione che mi ha trasmesso qualcosa ed in cui voglio tornare per vedere gli sviluppi, per portare, seppur minimo, il mio impatto e per incrementare e aumentare le connessioni.

Nicotera per me è stata la prima volta in molte cose/attività. Mi vengono in mente lo shock della spiaggia piena di rifiuti, la vista di così tante infrastrutture abbandonate a metà, il tentativo reale di superare la mia debolezza con il piccante, la parola benvenuto ed il sentimento che ne consegue quando questa parola viene interiorizzata.

Mi porto a casa un bagaglio arricchito soprattutto dai numerosi spunti usciti sia dal festival dell’ospitalità e sia da tutte le persone con cui ho cercato di instaurare una conversazione.
Edoardo Vigo

La mia esperienza a Nicotera sicuramente sarà un po’ diversa dalla vostra perché non ho vissuto l’evento, ma se ci ripenso mi viene in mente innanzitutto la pace e la tranquillità, non mi sentivo sotto pressione e riuscivo comunque a fare tutto quello che volevo durante la giornata. Mi sono sentita accolta perché sapevo che se avessi avuto bisogno di qualcosa o se ci fosse stato un problema qualcuno sarebbe stato disponibile a darmi una mano, ma senza essere invadente o sempre presente durante la giornata. Per me l’ospitalità ha a che fare con questo: far sentire una persona accolta e a proprio agio senza invadere la sua vita e lasciandole spazio per i propri piani e le proprie abitudini.
Francesca Sorrentino