02 Ott 2015

Domenico Bucarelli in concerto.

Siamo lieti di ospitare, a conclusione del Festival dell’Ospitalità, il concerto del giovane artista reggino: Domenico Bucarelli

Domenico Bucarelli ha cominciato da qualche anno a dedicarsi con attenzione e maturità alla composizione conferendogli una precisa connotazione di denuncia, sia pure in chiave ironica ed irriverente.

Le ultime canzoni, che fanno parte dell’album “Io Parlo”, uscito il 13 aprile 2015, parlano del suo personale modo di vedere l’uomo, le sue sfaccettature e la realtà che lo circonda.

Abbiamo voluto invitare Domenico al Festival perché le sue canzoni parlano del territorio calabrese tutto, brani di denuncia, racconti d’amore, poesie che raccontano storie passate con una forza ed un’irruenza che non lasciano indifferenti.

Un percorso musicale nato dietro i banchi di scuola, con il primo gruppo musicale composto da compagni di classe, poi l’approfondimento, grazie ad uno zio musicista, che l’ha introdotto al pianoforte, ed infine è arrivata la chitarra, studiata da autodidatta.

 

Domenico, in una recente intervista rilasciata al Corriere della Calabria, racconta la nascita dell’album “Io Parlo”:

«Ho iniziato a scrivere parole e musica un anno fa, nello studio di casa mia, quasi per gioco. Piano piano le parole e la musica hanno cominciato a prendere una forma più precisa, sono diventato più consapevole di quello che stavo facendo. Poi l’incontro con Gianni Votano di “Trame Solidali“, quello è stato l’evento che ha trasformato i miei fogli sparsi in un progetto più definito. Gianni ha creduto fin da subito nelle mie canzoni e nei miei testi.»

 

Domenica sera Domenico suonerà gli 11 brani del suo album di esordio.

11 brani che parlano del suo personale modo di vedere la realtà che lo circonda.

Un alternanza di pezzi di denuncia con brani più introspettivi che raccontano forza e fragilità dell’uomo. Canzoni come “La mia città”, “Latitanti”, “Conta”, “Leccà” e “A furia di girare”, veri e propri sfoghi musicali in cui, con toni più o meno dissacranti, vengono smontati tutti quegli atteggiamenti di arroganza, di omertà, di furbizia e di ingiustizia che quotidianamente producono degrado sociale e culturale.

Ascolteremo anche brani come “Gianni e Annalise”, che fanno emergere dal passato storie ed emozioni che non conoscono tempo e spazio, esperimenti come “L’ideale”, frutto di giochi linguistici che trasformano in musica una serie di parole omografe, “La mia generazione” esperimento invece in chiave funky, che darà voce a una generazione sempre più incompresa e abbandonata al proprio destino.

Infine, “Io Parlo”, “Michele” e “Il sangue degli illusi”,  racconti di dolore e rabbia di chi ha vissuto sulla propria pelle la violenza della ‘ndrangheta, dell’usura, della criminalità.

 

Si prospetta un Festival ricco di spunti di riflessione, emozioni e buona musica

Vi aspettiamo