24 Ago 2015

Cleto – il luogo non luogo dove si respira ospitalità

Il nostro peregrinare in lungo e in largo per il territorio calabrese ci ha portato a Cleto , in occasione del Cleto Festival , organizzato ogni anno dai ragazzi dell’associazione La Piazza.

Cleto è un piccolo borgo nel basso cosentino le cui origini si perdono nel mito greco e la cui posizione , incantevole, permette di godere della vista delle Isole Eolie e della presila cosentina.

IL CLETO FESTIVAL

Nel luogo non luogo, dove si è riusciti a creare un rapporto quasi unico tra gli spazi pubblici e gli individui che li abitano, il Cleto Festival è l’occasione giusta per conoscere posti nuovi, persone nuove e vivere un’energia positiva che dà grande fiducia per il futuro di una regione che, dati alla mano (cfr rapporto Svimez), presenta delle evidenti difficoltà strutturali.

Il Cleto FESTIVAL è un progetto socio-culturale ideato dall’associazione La Piazza nell’estate del 2011 e fin dalla prima edizione si svolge nel cuore antico del comune di Cleto (Cs).
Il festival promuove la buona cultura calabrese tramite l’arte in tutte le sue forme, dalla musica al teatro, dalle arti figurative alla fotografia, passando per la letteratura e le arti concettuali.
Le strade del borgo diventano una vetrina per artisti locali emergenti e, al tempo stesso, una cornice ideale per incontri e convegni.
Tutto questo senza percepire nessun finanziamento pubblico ma solo tramite l’auto-finanziamento e l’aiuto economico dei privati che apprezzano e sostengono il progetto.

Il Cleto Festival è un progetto culturale nato dal basso, ideato e costruito pezzo dopo pezzo da ragazzi e ragazze che vivono il territorio, ne riconoscono i punti di debolezza ma anche le numerose potenzialità.

 

Quest’anno il tema centrale era il SUD e per farlo si è voluti partire dal successo di Matera e dall’affermazione della Gente in Viaggio intervista i ragazzi di Cleto in territori troppo spesso abbandonati da quel contenitore chiamato Stato. Fare cultura al giorno d’oggi equivale a fare una rivoluzione, proprio perchè si vuole riuscire a disgregare quelle ataviche convinzioni per le quali essa debba restare lontana dalla società, come su un piedistallo cui possono accedere in pochi.

Ed invece a Cleto si respira aria pura, energia positiva, si respira la bellezza di quei giovani che, motivati dal contesto, sono ben disposti a lasciare un sorriso ed un “ciao”, troppo spesso dimenticato nella società di oggi. Questo perchè la società industriale è evidentemente e concretamente protratta verso un fallimento strutturale, come già anticipato dal sociologo/urbanista Guiducci che, già nel lontano 1975 proponeva di collaborare attivamente nel disegno della “città sociale terziaria”. Una nuova ipotesi di città che non sia basata sulla produzione di oggetti, bensì sulla produzione di rapporti umani e sociali anche sul territorio.

Questo a Cleto si è visto, nettamente, e lo si vede anche in alcuni approcci di collaborazioni tra associazioni e realtà positive, come la Guarimba film festival che vuole riportare il cinema alla gente e che a Cleto era presente in un vicoletto dedicato. Sprazzi di futuro, di sinergie, realtà concrete che lavorano attivamente da anni ottenendo il successo delle persone che visitano i luoghi da loro promossi.

Per questo motivo, forti dell’esperienza vissuta a Cleto, siamo sempre più convinti che il tema dell’ospitalità e del turismo sostenibile siano la strada da seguire per porre quelle basi , lente e non veloci, orientate alla creazione di valore e non esclusivamente del profitto del singolo, che ci consentiranno di far conoscere ai più le bellezze di cui tutti noi quotidianamente godiamo.

 

(L’immagine principale del post ritrae il castello di Cleto – via Castello di Cleto – Wikipedia)